Cos’è Mani pulite?
Con l’espressione Mani pulite si fa riferimento ad una serie di indagini degli anni novanta del XX secolo in Italia, che portarono alla luce un sistema di corruzione e finanziamento illecito ai partiti, che toccava i livelli più alti della politica ed il mondo imprenditoriale. In altre parole, alcuni tra i più importanti gruppi imprenditoriali del Paese pagavano tangenti ai partiti politici, finanziandoli al fine di ottenere i lori scopi. Nel pool di magistrati che guidarono le indagini spiccano le figure di Antonio Di Pietro e Gherardo Colombo, che in quegli anni erano visti dal popolo come degli eroi purificatori. Le indagini si estesero a macchia d’olio fino a coinvolgere ministri, imprenditori, deputati, senatori ed ex presidenti del Consiglio. Questo periodo storico viene anche detto Tangentopoli.
La vicenda
Tutto ha inizio negli anni della cosiddetta “Milano da bere” (slogan utilizzato dall’Amaro Ramazzotti nelle sue pubblicità ), espressione che incarna lo spirito di una città che si sente vincente, sicura di sé, ricca e al centro dell’Italia. La stessa politica incarna questo spirito, convinta di essere in una botte di ferro, che il “sistema” sia infallibile e non possa crollare.
Ma il 17 febbraio 1992 scoppia Mani pulite, Mario Chiesa, allora presidente del Pio Albergo Trivulzio di Milano, viene colto in flagrante mentre intasca una tangente da 7 milioni di lire da un imprenditore che aveva precedentemente denunciato il fatto ai carabinieri e si era accordato con il pool di Mani pulite. A commento dell’accaduto, Antonio Di Pietro dirà : “L’abbiamo preso con le mani nella marmellata”.
Con l’avanzare delle indagini e l’arresto di otto imprenditori si delinea uno scenario allarmante di corruzione e pagamento delle tangenti, confermato dalla reazione di un noto personaggio dell’epoca che commenterà l’accaduto affermando: “Verrà giù il mondo”. Va inoltre ricordato che, in concomitanza con questi eventi, la mafia commette numerose stragi nelle quali muoiono, tra gli altri, i giudici Giovanni Falcone (23 maggio 1992) e Paolo Borsellino (19 luglio 1992). Successivamente, il presidente della Repubblica Francesco Cossiga dà le sue dimissioni e viene eletto al suo posto Oscar Luigi Scalfaro.
Con le confessioni degli imprenditori, Mani pulite si estende a tutto il mondo della politica, fino ad arrivare al segretario del PSI, Bettino Craxi. Egli, con un discorso tenuto nell’aula di Montecitorio, sosterrà che tutti fossero a conoscenza del sistema illegale di finanziamento ai partiti.
La gente inizia a scendere in piazza, fiaccolate e cori incitano il pool a continuare nelle indagini. (Nascono slogan come: Milano ladrona, Di Pietro non perdona, Colombo, Di Pietro non tornate indietro e ancora: Di Pietro, Colombo andate fino in fondo). L’italia è arrivata ad un punto in cui necessita una ripulita della politica che in troppi credono corrotta ed i magistrati di Mani pulite vengono visti come gli eroi che si impegnano al fine di depurare il sistema.
Il clima creato da Mani pulite getta terrore tra i politici e gli imprenditori ed alcuni scelgono la via del suicidio, Bettino Craxi commenterà dicendo: “Hanno creato un clima infame”. Prende piede l’idea che l’obbiettivo finale dell’inchiesta sia proprio Craxi, considerato il capo di questo sistema di tangenti. Nel febbraio del 1993 Silvano Larini, architetto e amico di Craxi, rivela al pool di Mani pulite l’estratto conto della movimentazione di un conto in Svizzera chiamato “Protezione” su cui sarebbero stati versati tutti i finanziamenti occulti al Partito Socialista Italiano.
Nel frattempo il governo, con una serie di manovre, cerca di annullare i finanziamenti illeciti ai partiti. Si diffonde l’espressione “colpo di spugna”. Ne seguono manifestazioni di dissenso del popolo italiano. Inoltre la Camera vota contro il processo a Bettino Craxi che nel frattempo si dimette dalla carica di segretario del PSI. Craxi viene assolto totalmente. Il Paese si mostra indignato per la decisione della Camera, scendendo in piazza per protestare. Ma l’inchiesta “Mani pulite” non si ferma, procede fino a far scoppiare lo scandalo Enimont che porta al processo Sergio Cusani per la maxi tangente di 146 miliardi di lire, pagata ai partiti politici. Durante il processo Enimont, Craxi affermerà che tutti i maggiori gruppi industriali del Paese pagavano tangenti ai partiti.
“Sono sempre stato al corrente della natura non regolare dei finanziamenti ai partiti e al mio partito. L’ho cominciato a capire quando portavo i pantaloni alla zuava. In Italia il sistema di finanziamento ai partiti e alle attività politiche in generale contiene delle irregolarità e delle illegalità , io credo, a partire dall’inizio della storia repubblicana. Questo è un capitolo, che possiamo anche definire oscuro della storia della democrazia repubblicana, ma da decenni il sistema politico aveva una parte, non tutto, una parte del suo finanziamento, che era di natura irregolare o illegale; e non lo vedeva solo chi non lo voleva vedere e non ne era consapevole solo chi girava la testa dall’altra parte. I partiti erano tenuti ad avere dei bilanci in parlamento, i bilanci erano sistematicamente dei bilanci falsi, tutti lo sapevano, ivi compreso coloro i quali avrebbero dovuto esercitare funzioni di controllo”.
Bettino Craxi, discorso al processo Enimont
Il processo Enimont segna il culmine dell’indagine Mani pulite, in cui vengono processati e giudicati colpevoli decine e decine di persone dell’alta politica e del mondo imprenditoriale. Tra questi Bettino Craxi, che non sconterà mai la sua pena grazie alla fuga ad Hammamet, in Marocco, dove morirà il 19 gennaio del 2000. Mani pulite ed il suo pool decretano la fine della Prima Repubblica Italiana e la morte di partiti storici come la Democrazia Cristiana ed il Partito Socialista Italiano. Nel dopo Mani pulite si affermeranno nuovi partiti e nuovi politici e tra tutti spiccherà Forza Italia con il suo leader Silvio Berlusconi.
Articolo di Cristian A. Liguori
(Revisione testuale di Sharon R. Liguori) – Immagine reperita da Il Sussidiario.it (Link). Tutti i diritti riservati.
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