L’Apple Lisa è un personal computer progettato dalla Apple Computer (oggi Apple Inc.) negli anni ottanta e lanciato sul mercato il 19 gennaio 1983 ad un costo di 9.995 dollari. Il Lisa è stato il primo computer dotato di interfaccia grafica ad entrare nelle case degli utenti comuni ed il secondo in assoluto immesso sul mercato, il primato spetta infatti allo Xerox Star. Il Lisa era dotato di processore Motorola 68000, 1 MB di RAM e due floppy disk da 5,25″ chiamati “Twiggy” della dimensione di 71 KB. Inoltre presentava, come vendita opzionale, un hard disk esterno chiamato ProFile in grado di memorizzare fino a 5 MB. Aveva come sistema operativo il Lisa OS, pensato per il multitasking e per il supporto della memoria virtuale, ciononostante il Lisa risultò un computer molto lento per lo scopo a cui mirava.

Il fallimento finanziario

Forse proprio per la lentezza della macchina o per l’elevato costo di vendita, l’Apple Lisa risultò essere il più grosso fallimento finanziario della Apple. Il costo di quasi 10.000 dollari e l’elevata lentezza nonostante la sua potenza costrinse l’utente medio a optare per altri dispositivi concorrenziali nonostante non fossero dotati di interfaccia grafica, come ad esempio i computer IBM. Ad ogni modo molte aziende vollero dotare i propri uffici di almeno un computer Apple Lisa ma questo non alterò il futuro del progetto: l’intera linea Lisa fu dismessa nel 1986.

L’assenza di Steve Jobs

Contrariamente a ciò che si possa pensare, il Lisa non era un progetto di Steve Jobs. Questa convinzione è forse alimentata dal fatto che il computer deve il proprio nome a quello della figlia di Jobs, Lisa Brennan. Jobs fu allontanato dal progetto Lisa nel 1980 per richiesta di Mike Markkula e Michael Scott perchè prosciugava le risorse dell’azienda in questo dispositivo. Cosi Jobs si mise alla ricerca di un nuovo progetto ed insieme a Jef Raskin concepì il computer destinato a segnare un’epoca: il Macintosh.

Articolo di Cristian A. Liguori

(Revisione testuale di Renata Amoroso) – Immagine reperita da Macstories.net (Link). Tutti i diritti riservati.