Gli Stati Uniti, a seguito della Prima Guerra Mondiale, ebbero un radicale mutamento dei rapporti economici con gli stati europei. Infatti da essere uno stato prettamente debitore, divenne uno stato creditore, finanziando prima lo sforzo bellico e successivamente i programmi di riparazione post guerra. Di qui in avanti sul piano economico il sistema adottato fu il gold-exchange standard: per cui le banche centrali si impegnano a cambiare a richiesta la propria moneta con oro o con valute dichiarate di pregio analogo (es. sterlina e soprattutto dollaro). Si vuole in questa maniera mettere al riparo da brusche oscillazioni di mercato la circolazione internazionale di capitali. Capitali immessi dalle grandi banche d’affari private USA senza un controllo da parte di un organismo centrale che ne regolamenti usi e destinazione, con attenzione all’economia interna dei paesi debitori. Di qui l’esempio più eclatante fu’ il crollo economico in Germania successivo alla crisi del ’29 negli Stati Uniti (Germania strettamente legata ai grandi trust finanziari statunitensi e con una economia che stentava a ripartire fin dalla fine della guerra), causato dai fondi americani che ritirando bruscamente capitali dalle piazze europee propagarono la crisi nel vecchio continente con una brutalità immediata. Immediata conseguenza in Germania fu il crollo dei sistemi di credito e quindi della aziende correlate ed una inflazione altissima che portò la popolazione sull’orlo della fame. Preludio economico al nascere dei populismi (chiave di lettura applicabile a qualsiasi momento storico moderno).

Articolo scritto da Marco Addante.