Recensione di Renata Amoroso
Alicia Berenson non parla da quando ha ucciso suo marito sparandogli cinque colpi di pistola in faccia. Lei, pittrice di successo, ha lasciato come ultimo messaggio un quadro, intitolato Alcesti. È proprio da qui che parte l’indagine personale di Theo Faber, uno psicologo criminale la cui vita sembra sul punto di implodere. Lanciandosi a capofitto nel lavoro, Theo cercherà di smuovere il silenzio ermetico di Alicia per coglierne il segreto che si cela. Alle pagine prettamente narrative, in cui Theo racconta dei suoi incontri e della sua vita, si affiancano le pagine del diario di Alicia, dense di angoscia e malinconia.
In una nebulosa di storie che si intrecciano, Michaelides costruisce il suo thriller psicologico. La premessa è molto invitante: il mutismo di una donna uxoricida vestita di follia e mistero. Tuttavia, sebbene sia un giallo che non manca di momenti di suspanse, in cui si spalanca la bocca stupiti, il risultato non soddisfa pienamente le aspettative. Forse perché una storia ben costruita viene raccontata da una scrittura un po’ banale, a tratti quasi noiosa, e i picchi di tensione non sono sufficienti per un lettore affamato di colpi di scena.
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