Un pensiero di Cristian A. Liguori
I pochi, anzi pochissimi, che seguono questo blog sanno bene che solitamente non recensisco i libri che leggo e apprezzo. Mi limito a condividere la trama e la copertina e lascio a Renata, di gran lunga più abile di me nel trasmettere oggettivamente i sentimenti che un testo provoca nel lettore, la libertà di giudicarli. O meglio, è così per la maggior parte dei libri che lei legge, quelli che leggo io invece rimangono solitamente orfani di giudizi o interpretazioni ma questa volta non potevo permetterlo. Questa volta sentivo di avere una sorta di obbligo morale verso questo scritto che mi ha accompagnato per due mesi (sì, sono molto lento a leggere) nella maniera che sono un libro, un grande Libro, può fare: come un amico. Quando alla sera mi ritrovavo nel letto, tutto ciò che volevo fare era evadere dalla realtà per tornare con la mente, e soprattutto con il cuore, ai luoghi medievali e magistralmente descritti dalla penna di Ken Follett. La cattedrale di Kingsbridge si erge pagina dopo pagina accompagnata dalla sua maestosità e dai sentimenti che il libro sprigiona nel lettore: amore, passione, odio, vendetta, felicità, compassione… Tutto si snoda intorno al sacro e al profano, al bene e al male. La mia comunque, non vuole essere una vera e propria recensione, sono più che altro parole di gratitudine verso l’autore. Questo è un testo che oltre a intrattenere ed emozionare, ispira. Ispira coloro che, come me, fanno della scrittura uno strumento di evasione; sicuramente non sarò mai in grado di scrivere così bene, ma il solo fatto di prendere questo libro come ispirazione rende la mia scrittura sicuramente migliore. Non nascondo infine che nello scrivere queste due righe nella mia mente le stesse danzano e crescono al ritmo serrato della costruzione di Kingsbridge, come se dopo avere letto le parole di questa colossale opera letteraria, tutti i pensieri e le farneticazioni del mio Io venissero rette dai Pilastri della Terra.
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