Che tu sia nato negli anni ’80, ’90 o 2000 l’unica certezza che avrai davvero nella vita è che Medio Oriente e USA saranno sempre nemici. Per i nostri nonni erano i russi, per noi sono gli arabi, forse per i nostri nipoti saranno i cinesi. Non importa se qualche ambizioso politico occidentale di tanto in tanto se ne uscirà dicendo di voler definitivamente porre fine al conflitto, in modo belligeroso o meno. Gli yankees saranno sempre odiati nella terra di Maometto. E con loro, naturalmente, tutti i sostenitori dello stile di vita dettato dal dollaro che per motivi più o meno noti si sono fatti trascinare nel vorticoso conflitto mediorientale. Ma quando è nato questo odio? E soprattutto, da dove? Partiamo col dire sin da subito che molto probabilmente non esiste un motivo oggettivo, certo e assoluto. Qualcosa di più assodato invece si può ottenere sul versante data. Il vero nemico degli USA in medioriente è sicuramente l’Iran e la tensione crescente generata dai due stati, che vede molto probabilmente raggiungere il culmine con l’omicidio di Soleimani, ha una data di origine ben precisa: 1979. Il tutto nasce con la rivoluzione iraniana che di fatto trasformò la monarchia del paese in una repubblica islamica sciita, con una costituzione ispirata alla legge coranica, altresì nota come Shari’a. La vecchia monarchia del paese, capitanata da Mohammad Reza Shah, era inoltre sostenuta dall’Occidente.
“Il tutto nasce con la rivoluzione iraniana della suddetta data che di fatto trasformò la monarchia del paese in una repubblica islamica sciita“
Ora, il perché la neonata repubblica iraniana di chiaro stampo islamico possa rappresentare un problema per gli occidentali non è un così grande mistero da risolvere. Non bisogna essere esperti di politica internazionale per capire che uno stato basato su una religione da sempre considerata a noi ostile, importante e centrale per un’intera regione da 400 milioni di abitanti, possa rappresentare un problema allo stile di vita (molto diverso) di noi occidentali. O comunque lo è per chiunque voglia imporre la propria visione a chi la pensa diversamente e in questo, si sa, gli statunitensi sono maestri. Ma ovviamente anni di guerre e di morti civili non possono e non sono giustificati da un “semplice” problema di stile di vita. Capire il cuore del problema è molto più intricato e, naturalmente, per una questione così importante e delicata vengono sciorinate diverse teorie che possono essere più o meno valide. Una delle più comuni, e anche più semplicistiche, è quella che vede suggerire il petrolio come motivazione principale di tutta questa attenzione per la regione da parte degli States. Ovviamente questo sarà anche un motivo aggiuntivo ma di certo non tra i più importanti. E’ la classica teoria elementare che serve per dare motivazioni semplici ad un problema che di semplice non ha niente. Sia chiaro, nell’economia capitalistica che ancora oggi purtroppo è capeggiata dall’oro nero qualche giacimento di petrolio in più non fa male a nessuno e anzi fa gola a chiunque ma non riesce a giustificare anni di guerra, a maggior ragione se si considera che alcuni tra i principali pozzi petroliferi della regione sono in mano a nazioni potenti come Iran e Arabia Saudita. Poi c’è la teoria dell’Ingenuo, come simpaticamente la chiamo io: l’Occidente è il papà buono che vuol bene ai poveri figli mediorientali vittime delle atrocità dei regimi dittatoriali e fa di tutto per liberarli dal mostro cattivo. In altre parole, la nostra è addirittura una missione di pace. Anche senza considerare tutti i regimi più o meno conosciuti che l’Occidente ha appoggiato negli anni, questa risulterebbe una panzanata confenzionata ad hoc per la nostra coscienza di cittadini che poi, di fatto, la pagano, questa guerra. Quindi, archiviate queste due teorie, ciò che resta è un miscuglio di dati certi e opinioni che sembrano celare una verità quasi assoluta: gli USA considerano una minaccia per se stessi e per gli alleati una regione che ha nella sua essenza visioni e modi di vivere troppo diversi dall’Occidente e tali da entrare in contrasto con esso. E il tutto nasce e si è proliferato a partire da quella rivoluzione del 1979 e vede come base di questo pensiero proprio Teheran e l’Iran. Assodato questo, possiamo affermare che il motivo degli ultimi anni di guerra in medioriente sia quello di voler tenere disuniti gli stati che circondano l’Iran, così da poter giustificare la propria presenza negli stessi, al fine di accerchiarlo e rendere la sua influenza nella regione molto meno granitica.
“Possiamo affermare che il motivo degli ultimi anni di guerra in medioriente sia quello di voler tenere disuniti gli stati che circondano l’Iran”
Ovviamente, se noi occidentali siamo liberi di pensare che il loro stile di vita sia una possibile minaccia al nostro, è lecito che i mediorientali pensino lo stesso per il loro. Se poi ci aggiungiamo che gli Stati Uniti d’America considerano da sempre Israele un solido alleato nella zona, la frittata è fatta: la “diffidenza” degli stati mediorientali per Gerusalemme è ben più storica di quella per gli americani. Comprensibilmente, da questa miccia iniziale si è divampato un incendio molto più ampio che ha portato ad eventi catastrofici per la storia moderna: uno su tutti, gli attentati dell’11 settembre 2001.
In tutto questo si inserisce la violenza cieca del terrorismo: Al-Qaida e l’ISIS sono i figli più efferati di tutto un pensiero filosofico che vede negli Stati Uniti e nell’Occidente il nemico giurato di un popolo orgoglioso che è stato plasmato, nel bene e nel male, dalla dottrina religiosa del Corano. Negli anni, poi, non sono mancate le teorie complottistiche da una e dall’altra fazione che non fanno altro che alimentare l’odio già ramificato come un cancro nell’opinione mondiale. Gli stessi Stati Uniti d’Europa, dilaniati dall’interno dal problema migrazione, non sembrano riuscire più a mediare e anzi, subiscono frequentemente le atroci azioni architettate dalle varie organizzazioni terroristiche. Naturalmente le opposte visioni politiche, che sono state all’origine della nascita del conflitto, forse ormai sono state dimenticate dai diretti interessati, sempre più determinati a imporre l’uno sull’altro in una guerra che si prospetta sempre più feroce. L’odio produce odio e a violenza si risponde con violenza, fino a rendere l’essere umano sviscerato della sua essenza più intima e ridotto ad un mero strumento di morte.
Forse, dopotutto, l’unica certezza che abbiamo di questo ennesimo conflitto è che, come sempre, vedrà un solo grande sconfitto: il senso di umanità e libertà a cui evidentemente non teniamo abbastanza.
Cristian A. Liguori
Lascia un commento