L’immobilità del tempo adulto
di Renata Amoroso
In questo audiolibro Giuseppe Battiston legge Una cosa divertente che non farò mai più di David Foster Wallace. Si tratta di un reportage di una crociera extralusso commissionato allo scrittore statunitense dall’Harper Magazine.
Il tono irrisorio e strafottente di Battiston concorda perfettamente con la scrittura dell’autore che tratta tutto con cinismo e sarcasmo, a volte anche eccessivamente (anche un soggiorno in una supernave da crociera paradisiaca si trasforma in una satira della società consumista e ipocrita).
Gli spunti di riflessione leggendo, o ascoltando, il libro sono tantissimi. Di particolare profondità è la parte relativa alle scelte dell’uomo adulto. Prima o poi tutti ci troviamo a dover prendere una determinata strada scartandone un’altra e da quel momento in poi dobbiamo convivere con la nostra scelta. Diventare adulti significa anche questo, accettare un ruolo nella nostra società e quindi, da quel momento in poi, rinchiuderci all’interno della gabbia sociale cui siamo destinati. L’età adulta è un po’ l’immobilizzazione del nostro io.
A 18 anni posso essere un medico, un giornalista, un insegnante, un infermiere, un avvocato, un muratore, un idraulico, un meccanico, un artista, un musicista. Posso essere un genitore o anche non esserlo, posso essere un coniuge o anche no, posso comprare un appartamento o una villa, posso vivere in città o in campagna, posso amare qualcuno o anche qualcun altro.
Arriva invece un momento in cui diventiamo ciò che dobbiamo essere e da quel momento in poi dobbiamo essere coerenti. C’è chi trova finalmente pace in questo, avere finalmente una posizione nel mondo. Ma c’è anche chi si sente privato di qualcosa, come Wallace.
Potevo essere tante cose nella vita, invece ho scelto di essere ciò che sono oggi.
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