di Renata Amoroso
Violette è la guardiana di un cimitero in Borgogna, un mestiere infelice apparentemente. Eppure Violette è serena solo lì, con i becchini e i necrofori dai nomi bizzarri, i parenti da consolare, le lastre in marmo da lucidare e i vialetti da spazzare. E’ una donnina insipida, che copre i suoi vestiti colorati con degli anonimi e spenti cappotti e vestaglie. Forse vuole nascondere la parte ridente di se stessa, chissà poi perché. La sua vita si srotola piano piano e il lettore la scopre pagina dopo pagina.
“Sa, ci sono varie vite in una vita”, dice Violette a un certo punto del romanzo. Lei ne ha vissute tante, tutte diverse e accomunate da una infelicità di fondo, che piano piano si intensifica fino a diventare vera e propria disperazione. E così il romanzo inizia delicatamente, trasportando il lettore in un mondo poetico e malinconico, per poi catapultarlo all’improvviso nella tragedia; una soluzione improvvisa e inaspettata che modifica il ritmo del romanzo e i sentimenti che provoca.
Il libro è un caso editoriale che per settimane ha occupato la vetta delle classifiche, vincitore di vari premi in Francia e protagonista di numerosi blog letterari. Forse per questo ci si approccia al romanzo con tante aspettative, non soddisfatte pienamente però. Se il romanzo inizia mantenendo le promesse, verso la fine la storia si fa ridondante e sfocia a tratti nella banalità.
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